La Music Learning Theory di Edwin E. Gordon rappresenta un contributo fondamentale in grado di cambiare molte cose nel campo della didattica musicale.
Frutto di 50 anni di ricerca svolti in diverse università americane, la Music Learning Theory si inserisce nel quadro delle più moderne teorie dell’apprendimento.
Il presupposto fondamentale di questa teoria sta nell’assunto che la musica può essere appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna.
Il bambino, pertanto, dovrebbe essere avvicinato alla musica fin dai primi giorni di vita per sviluppare il senso della sintassi musicale, premessa indispensabile per trarre i massimi benefici dalla successiva istruzione formale. Pensiamo per un attimo a come impariamo a parlare e a pensare nella nostra lingua.
Nessuno dà lezioni di lingua ai bambini, nessuno pretende risultati immediati. Soltanto quando il bambino si esprime nella sua lingua in modo chiaro e con una grande abbondanza di parole (a 6 anni, infatti, ha già un vocabolario attivo di circa 13.000 parole e uno passivo molto più ampio) si inizia l’istruzione formale: la lettura e la scrittura.
Quanti bambini, invece, vengono avvicinati alla musica secondo un percorso completamente inverso, partendo dal pentagramma, dalla notazione delle altezze e dalle durate, senza un periodo precedente di apprendimento informale? Non c’è da meravigliarsi che, anche dopo anni di studio, pochi siano in grado di comunicare musicalmente in modo spontaneo, attraverso l’improvvisazione, non totalmente dipendenti dalla musica scritta.
Le ricerche di Gordon, dimostrano infatti che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui si vive.
E’ dunque importantissimo iniziare il percorso di educazione musicale in età neonatale. Ma molte altre sono le novità per chi si avvicina per la prima volta alla Music Learning Theory.
Il materiale didattico proposto, per prima cosa, è costituito da canzoni e canti ritmici senza testi. L’uso della voce e del corpo in movimento, più che di strumenti e strumentini da far suonare ai piccoli allievi, arricchisce il quadro di una metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed educazione più che di insegnamento.
L’apprendimento musicale del bambino secondo la Music Learning Theory
Ma cosa prevede in pratica la metodologia didattica che scaturisce dalla Music Learning Theory?
Apriamo simbolicamente la porta di una classe di Musicainfasce, i corsi per bambini da 0 a 6 anni riconosciuti dalla Associazione Italiana Gordon per l’Appredimento Musicale (AIGAM) e osserviamo.
I piccoli di due o tre mesi sono sdraiati su un tappeto in mezzo all’aula che appare vuota di qualsiasi oggetto… fisico, perché di “oggetti sonori”, cioè di musica cantata in gruppo dagli insegnanti e dai genitori, l’aula è piena. I bambini in grado di mantenere la posizione seduta o di gattonare si trovano in punti diversi della stanza, liberi di girare a loro piacimento.
Una cosa li accomuna tutti: grandi occhioni e attenzione intensa per l’evento musicale che si svolge fra gli adulti presenti. Momenti di musica si alternano a momenti di profondo silenzio da parte degli adulti.
Tantissime le risposte dei piccoli agli stimoli musicali. Gli insegnanti immediatamente rispondono intonati ai bambini in un vero e proprio dialogo fatto di prime “parole” musicali. Un occhio attento coglie innumerevoli risposte motorie. Ondeggiamenti, manine che sbattono sul pavimento, “gattonamenti” a ritmo, sospiri e respiri eccitati. Tutto viene valorizzato e diventa parte della lezione stessa.
Le mamme – in maggioranza – e i papà, seduti a terra insieme ai bambini, cantano, sorridono, e arricchiscono, guidati dagli insegnanti, i brani della lezione con ostinati armonici, pedali di tonica e interventi ritmici.
Qualche bambino guarda l’insegnante ed emette intenzionalmente suoni per richiamare la sua attenzione e per tentare di comunicare con lui nel nuovo linguaggio. Il linguaggio parlato è completamente assente per tutti i quarantacinque minuti di lezione. Non ci sono commenti e men che meno battiti di manine ispirati dai genitori alla fine dei brani, non ci sono parole e testi nelle canzoni e nei canti ritmici.
Tutto questo viene spiegato con argomentazioni scientifiche e indicazioni pratiche nel testo
Il bambino e la musica. L’educazione musicale secondo la music learning theory di Edwin E. Gordon, acquistabile cliccando il link che segue
Adattissimo per iniziare i bambini piccoli all’apprendimento della musica e introdurli in un mondo meraviglioso che li accompagnerà durante la loro vita.
La Music Learning Theory può rappresentare, per quanti fra insegnanti di musica, educatori, genitori rilevino la relativa efficacia degli approcci tradizionali un’opportunità di diventare quello che con termine rogersiano si può definire un “facilitatore di apprendimento” musicale.
fonte: Andrea Apostoli (Pubblicato su Rassegna Musicale Curci, quadrimestrale periodico di cultura e attualità musicali, anno LV, n.3 settembre 2002).
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