Matteo e i suoi 19 mesi

Spread the love

In questo articolo voglio parlare di mio figlio Matteo e i suoi 19 mesi.

Cosa sono i Terrible two? Come si fa a non sclerare, mantenere la calma, diventare zen, dire NO fermi ma giusti? Ecco il mio prontuario di sopravvivenza.

Prima di diventare mamma, io non sapevo nulla. Non sapevo nulla di scatti di crescita, non sapevo nulla di pannolini, rifiuti a fare la cacca, creme allo zinco. Soprattutto, non sapevo nulla di Terrible two. Alla parola capriccio associavo il biasimo: per quei genitori che lasciavano urlare i figli nel bel mezzo del supermercato, per esempio. Per quelli che passavano il tablet al figlio piccolo per quietarlo. Biasimo, biasimo, biasimo. Prima di diventare mamma non sapevo di tutto ciò. Ora quella mamma sono io.

Ma andiamo con ordine.

Matteo ha 19 mesi, età topica e notoria per l’avvio della fase tanto temuta da tutti i genitori dell’universo, ovvero quella dell’autoaffermazione. Possiamo dire che per lui “autoaffermarsi” è la fase , se vogliamo usare una terminologia sociologica, del “Non mi rompere, mà, sto scoprendo la mia innata forza di volontà che prima non sapevo di possedere e che da ora ti causerà grossi problemi”,

Mi piace pensare che Matteo non se ne rende conto, ma invece lui sa. E’ alto 86 cm è ha il piglio del comandante in capo all’esercito. Ti indica quello quello che vuole e guai se non l’ottiene. Se ti discosti dal seminato – matteo è il contadino – sei fritta. Se non fai quello che vuole sei fritta. Se giochi poco e non sei divertente sei fritta. Se non gli faccio vedere un maledettissimo  tizio, sul canale you tube, che gira per i parchi divertimenti e si butta all’interno di vasche piene di palline colorate (chi non lo conoscesse si chiama Blippi) sei fritta.

Inosmma, Matteo governa i nostri umori e i nostri umori sono governati dalle sue fisse.

Le sue fisse

La fonte principale dei capricci dei bambini di quest’età sono le fisse.

La capacità di un  genitore sensato ed equilibrato sta nella quantità di fisse giornaliere che riesce a gestire senza spaccare a morsi il lampadario di vetro.

Matteo, nel corso della giornata, ha una decina di fisse se sono fortunata. Di seguito un elenco (non posso elencarle tutte altrimenti non finirei mai) di alcune fisse che ha e i conseguenti stati emotivi miei e di suo padre:

Aspirapolvere: non vi dico la felicità nei suoi occhi non appena la vede. Possiede una capacità di imitazione formidabile. Pulisce tutte le stanze (ovviamente spenta) così come fa suo padre (ihhhh)

Ventilatore: Per fortuna questa è una fissa solo estiva e che non ha in casa, bensì nella villetta di mare dei miei suoceri. Quei ventilatori a soffitta: guai a spegnerli. Piange addirittura se anche la vicina l’ha  spento. Non solo! dobbiamo essere tutti lì ad ammirare quello che per lui rappresenta qualcosa di inestimabile. Non dorme nemmeno in auto perchè è in cerca delle pale eoliche che per lui sono dei ventilatori giganti.

Citofono: ogni volta che suona per lui è una gioia. Vuole essere preso in braccio perchè deve rispondere lui e aprire il portone. Da qualche settimana vuole giocarci anche quando non suona. Tra qualche settimana avremo il videocitofono rigorosamnete senza cornetta. Speriamo che gli passi questa fissa!

Lavatrice: Ormai è diventato esperto. Diciamo che ha imparato prima di mio marito ad usarla.

Il bagno: Il bagno è il regno di tutti i bambini perché dentro ci sono svariate cose proibite che possono ferirli gravemente, quindi OK. Non appena Matteo trova la porta aperta si fonda verso il bidet o la vasca con il preciso scopo di allagare l’appartamento.

Ovviamente, potete immaginare l’atteggiamento di noi genitori: lo sclero parentale arriva ad un livello preoccupante.

Quando un bambino si fissa, essendo lui un umano ragionevole a metà – esso non parla, il più delle volte riesce solo a mimare e vocalizzare desideri, sentimenti, concetti pretendendo che tu lo capisca – non puoi prenderlo da parte ed enunciargli i motivi per cui dovrebbe smetterla di frignare. Al massimo puoi distrarlo con altro, ma ai suoi occhi nulla avrà lo stesso appeal di ciò che in realtà vuole.

Capiscono solo il NO, e quindi tu ti sforzi di pronunciarlo in modo dolce, sicuro e fermo. Quindi, mentre gli levi le manine fuori dal secchio d’immondizia da cui sta raccogliendo cose a caso (da mangiare, ovviamente), ti sforzi di dire con un tono dolce ma inamovibile, da mamma che non ha bisogno di consigli danesi perché già equilibrata e calma: “No, Matteuccio, la spazzatura rimane dove è riposta, so che capirai”.

Ma Matteo è nella sua fase psicologica dell’autoaffermazione sta imponendo la sua identità, quindi: urla, lancia tutto ciò che ha a portata di mano.

Ovviamente – e sicuramente a voi è capitato – la cosa che indispone i genitori e sentire dire dalle persone che andiamo a trovare: “ma è un angelo, che ti lamenti”! Stranamente a casa degli altri è buonissimo (il furbetto!!). a che serve sfogarsi con i nonni tanto la loro risposta è sempre la stessa: ma va!!!! sei esagerata! ha 19 mesi e qualcosa la deve fare!

Concludendo posso dire che l’unica soluzione sarebbe quella di ignorare il loro pianto isterico: prima o poi dovrà smettere!!! almeno spero!

Dite la vostra e raccontate la vostra esperienza. Potrebbero essere condivisi dei consigli utili per tutte noi.

 

 

 

 

 

Follow me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *