Applicare il metodo Montessori da 12 a 24 mesi

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Durante questa fase i bambini sviluppano e perfezionano la propria motricità, sia fine, sia globale. È la fase della piena esplorazione e prevede l’allenamento della capacità di movimento. Intorno ai 12 mesi, i bambini smettono definitivamente di gattonare e preferiscono stare in piedi, acquisendo sicurezza solo intorno ai 3 anni.
L’agilità manuale si perfeziona gradualmente: verso i 15 mesi, i bambini non sono ancora in grado di posizionare un cubo sull’altro, si dice infatti che “lascino cadere” o “lancino” il secondo cubo invece di appoggiarlo; con il passare dei mesi (verso i 18), riescono a posizionare 3 o 4 cubi; a 36 mesi anche 9 o 10 cubi. Durante questa fase, quindi, il controllo della manualità sarà sempre maggiore: il bambino arriverà ad impugnare le penne, utilizzare le forbici o maneggiare adeguatamente il cucchiaio.
Dai 18 mesi ai 2 anni e mezzo si assiste al periodo sensibile dei piccoli oggetti, durante il quale il bambino sviluppa un interesse particolare verso la motricità fine e verso i sensi: per esempio, può succedere che l’attenzione del bambino venga attirata da una piccola pietra che all’occhio dell’adulto risulta insignificante, o che si fermi ad osservare un piccolo insetto,…

È una fase importante anche per la comunicazione: infatti, verso i 12 mesi, i bambini sanno pronunciare alcune parole come “mamma”, “papà”, “pappa”…e, in base al gesto che le accompagna, la stessa parola può avere
diverse accezioni. Tra i 12 e i 18 mesi il numero di vocaboli aumenta molto lentamente; tra i 18 e i 36 mesi, invece, tende ad aumentare molto più velocemente. Questa differenza si deve alla tendenza del bambino a focalizzarsi sulle capacità motorie nei primi 6 mesi iniziali della comunicazione. Intorno ai 15 mesi, possiedono un vocabolario di 4-6 parole. Intorno ai 18 mesi il loro vocabolario comprende una decina di parole e sono in
grado di comprendere più vocaboli di quelli che sanno pronunciare. A partire da questo momento, i bambini mostrano interesse verso nuove parole; di conseguenza, indicano spesso gli oggetti per conoscerne il nome.
Intorno ai 21 mesi, i bambini hanno già appreso una ventina di parole e iniziano a combinarle tra loro in frasi semplici da due parole; verso i due anni riusciranno a organizzare frasi da 3 parole e useranno i pronomi “mio”
e “tuo”, anche se non sempre correttamente. Il linguaggio di un bambino di 24 mesi è legato alla sua esperienza, per cui è possibile che pronunci ad alta voce le azioni che realizza. Si riferisce a se stesso utilizzando la terza
persona. Le parole “no”, “dammi” e “mio” sono le più utilizzate a 24 mesi.

L’insegnamento in 3 fasi

IL METODO PER INSEGNARE IL LESSICO SECONDO MARIA MONTESSORI

L’insegnamento in 3 fasi venne utilizzato inizialmente da Seguin, e adottato posteriormente da Maria Montessori come metodo naturale per presentare nuovi concetti e lessico. Per esempio: Obiettivo. Presentare tre oggetti (un cerchio, un triangolo e un quadrato) oppure tre tipi di frutta, verdura, abiti, utensili,… Si possono utilizzare anche animali. Il numero degli oggetti si può aumentare. Materiale. Se, per esempio, stiamo lavorando con le forme geometriche, si cercherà di utilizzare lo stesso materiale, misura e colore, cambiandone solo la forma.

Procedimento

  • Primo periodo: Informare. Si prenderà un oggetto e si spiegherà al bambino: “Questo è un cerchio”. Si consegna l’oggetto al bambino e mentre questi lo esamina si continua a ripetere “cerchio”. In seguito, riporre l’oggetto nella cesta e ripetere lo stesso procedimento con un altro oggetto. 
  • Secondo periodo: Chiedere al bambino di riconoscere l’oggetto: “Puoi prendere il cerchio?”. Se prende un’altra forma, la indichiamo e pronunciamo il nome, la prendiamo, la analizziamo e la consegnamo al bambino. In seguito, indichiamo il quadrato e diciamo “quadrato”, lo prendiamo, lo analizziamo e lo passiamo al bambino. È molto importante seguire questo ordine, in modo tale che il bambino non pensi che lo stiamo correggendo, evitando di dirgli “no” o “ti sei sbagliato”, e soprattutto fornendo la risposta corretta. Ripetere l’azione con tutte le forme. Questo secondo procedimento dovrà essere applicato per vari giorni o settimane, finchè il bambino non memorizzerà i nomi correttamente.
  • Terzo periodo: Durante la terza fase, si possono introdurre frasi come: dammi prima il cerchio e poi il quadrato. È importante che l’apprendimento non sembri un esame; bisogna aspettare che il bambino si senta a proprio agio utilizzando il nuovo lessico e voglia condividerlo.

Questa è la fase del “Cos’è questo?”, in caso di risposta sbagliata, si ripeterà il procedimento del secondo periodo.

 

Ricorda che…

  • Se durante la presentazione degli oggetti il bambino è più interessato a toccare ed esplorare il materiale anziché pronunciarne il nome, forse non è ancora pronto per utilizzare il linguaggio e ha ancora bisogno di lavorare con attività manuali. 
  • Durante le presentazioni è preferibile procedere dal concreto all’astratto: prima di mostrare immagini o schede, il bambino dovrebbe osservare l’oggetto reale o, in assenza, dei modellini

 

Quali attività sono adeguate per questa fase?

Considerando che si tratta sempre di semplici consigli (il principio montessori è “seguire il bambino”) e che possono essere applicati anche dopo i i 24 mesi, alcune attività utili per questa fase (perfezionare il movimento, migliorare la capacità di linguaggio e sviluppare la motricità fine) possono essere:

  • Continuare ad utilizzare materiali e attività della fase precedente, per esempio puzzle con pomelli, la cesta dei giochi o i pannelli delle attività, che stimolino l’attività sensoriale (se si utilizzano diversi tessuti e sonagli), o sviluppino la motricità fine. Durante questa fase vengono introdotti i telai per l’allacciatura, un materiale per la vita quotidiana che presenta diverse difficoltà. Grazie ai telai, il bambino può esercitare un’abilità alla volta, concentrarsi e ripetere l’attività ogni volta che vorrà, fino a perfezionare la tecnica: esercitarsi a chiudere i bottoni sul telaio è più semplice rispetto alla stessa azione sui propri vestiti. I telai si collocano sempre di fronte al bambino, nella posizione che possa risultargli più comoda. L’età approssimativa per il primo utilizzo è intorno ai due anni (iniziando con il più semplice), fino ad arrivare a 5-6 anni nel caso dei telai più complessi. Esistono telai con bottoni, con zip, con fibbie, spille da balia, velcro, lacci,… I telai vengono presentati chiusi, dal momento che le prime attività da realizzare sono: sbottonare, abbassare la cerniera o slacciare.

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  • Attività e materiali per inserire, infilare, aprire, chiudere, circuiti con sfere,…o attività che prevedono travasi. Utilizzare materiali della vita quotidiana come strofinacci e spazzolini, aiuta ad aumentare la loro autonomia e a sviluppare le abilità motorie, in quanto rappresentano attività molto stimolanti durante questa fase (pulire il tavolo o i giochi…). Sono, inoltre, utili le attività di aiuto in cucina come lavare la frutta, impastare, sbucciare, spostare una pietanza da un piatto all’altro,…

 

  •  Il vassoio della sabbia, grazie alla possibilità di sviluppo sensoriale e motorio, al contatto con l’ambiente naturale, alla possibilità di realizzare travasi che richiedono precisione dei movimenti…è una delle attività all’aperto tipiche di questa fase, così come l’utilizzo di vaschette sensoriali. Le vaschette sensoriali sono costituite da diversi elementi che favoriscono la sperimentazione sensoriale e la manipolazione e permettono di lavorare su concetti come: pieno, vuoto, caldo freddo,… I materiali con cui lavorare sono diversi: sabbia, pane grattuggiato, semola, sale,… Bisognerà intraprendere questa attività solo se il bambino esprime interesse e durante la fase adeguata.

Recipienti o vassoi. Comprendono anche i tavolini provvisti di diversi scompartimenti.
I materiali base possono essere: riso, farina, legumi, pane grattuggiato, semola, noci, semi, foglie, acqua, carta… e possono essere combinati con altri elementi.
Materiali per riempire, svuotare, travasare, rovesciare,… come pinze, tubetti, ciotole, cucchiai,…

Altri riferimenti
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  •  Attività che favoriscano lo sviluppo del linguaggio, parlando al bambino di ciò che lo circonda (an quest’età i bambini prediligono tematiche come animali e i rispettivi versi, gli alimenti, le parti del corpo e i mezzi di trasporto). Non bisogna parlare ai bambini solo per correggerli o per anticipare le loro necessità, poichè in questo modo si ostacolerebbe la loro voglia di comunicare.

Per poter aiutare il bambino durante lo sviluppo della sua indipendenza, bisogna considerare che uno dei suoi limiti è l’altezza; pertanto, è necessario provare ad eliminare tutti gli ostacoli, utilizzando mobili e utensili adatti a lui, facilitando l’accesso all’acqua per bere o lavarsi, posizionando i libri, giochi o materiali alla sua altezza,…

Questa è stata l’influenza più importante del metodo, ma cosa è utile per utilizzare la pedagogia montessori nel contesto domestico?

La torre di apprendimento Montessori.

Una torre di apprendimento è una risorsa educativa ispirata al metodo montessori, utile per aiutare il bambino ad essere indipendente in casa.

Consiste in uno sgabello con ringhiera protettiva: altezza totale 90 cm, un gradino intermedio a 45 cm. Misura 90 x 45 x 45. La pedana misura 28 x 40 cm.

 

Si consiglia l’utilizzo a partire dai 18 mesi. Permette di salire e scendere in totale sicurezza e, inoltre, aiuta i bambini a raggiungere determinate altezze e poter realizzare attività come aiutare in cucina, o lavarsi le mani (se non si ha in casa un piccolo lavandino).

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ELIMINARE L’USO DEI PANNOLINI CON L’AIUTO DI MONTESSORI

 

Per eliminare l’uso dei pannolini è necessario considerare che:
» Non è un processo che prevede un inizio e una fine. È un processo lento, caratterizzato da progressi e regressi.
» Non esiste un’età adatta per eliminare il pannolino. Il controllo degli sfinteri dipende dallo sviluppo del sistema nervoso centrale. È qualcosa che non si impara, ma che il bambino acquisisce una volta raggiunta una certa maturità. Per questo motivo, frasi come “il pannolino si toglie a due anni” o “l’estate è il periodo migliore per togliere il pannolino”, non considerano la maturità del bambino ma l’età o la stagione in cui dovrebbe essere pronto.

Per sapere se il bambino è pronto a lasciare il pannolino:
• A volte il pannolino è asciutto.
• Mostra interesse verso l’utilizzo del water.
• Comunica di aver fatto cacca e/o pipì.
• Si oppone a mettere o togliere il pannolino.
• Il controllo degli sfinteri di notte inizia più tardi. Quando il pannolino è asciutto per più mattine consecutive, si può chiedere al bambino se è pronto a toglierlo.

Alcune età da prendere come riferimento, pur sapendo che il processo è diverso per ogni bambino, sono:
• Tra 12 e 15 mesi, i bambini iniziano a capire che hanno fatto pipì o cacca e lo comunicano.
• Tra 15 e 18 mesi iniziano ad essere abbastanza maturi per togliere il pannolino.
• Tra 18 e 36 mesi (anche più tardi, se il bambino ha vissuto qualche situazione complicata), è normale abbandonare il pannolino. Ovviamente le variabili sono molte e cambiano in base al bambino.

» Per togliere il pannolino non sono necessari premi né castighi. Quando il bambino raggiunge l’autocontrollo, il raggiungimento dell’obiettivo costituisce una motivazione sufficiente. Se in alcune occasioni non riuscisse a controllarsi, non è una sua intenzione, ma fa parte del naturale processo di controllo degli sfinteri.
» Rispetta il bambino e non obbligarlo a stare seduto sul water per fare pipì o cacca. Ricorda che è un processo naturale e, se lo obblighiamo a stare seduto, sicuramente lo farà, ma solo per obbedire.

» Per semplificare il processo è utile fornire ai bambini le risorse più naturali e adeguate possibili:
• Abiti semplici da mettere e togliere come pantaloni elastici, evitando body e tutine.
• Utilizzare i pannolini montessori, ovvero una via di mezzo tra il pannolino tradizionale e la mutandina. Sono più semplici da mettere e togliere e sono creati in modo tale che il bambino possa avvertire meglio l’umidità.
• Creare un ambiente preparato che possa facilitare il processo: un vasino, un riduttore per water e una pedana antiscivolo, in modo che possa salire autonomamente.
È necessario che il bambino possa lavarsi e asciugarsi le mani subito dopo i suoi bisogni, quindi dovremmo preparare l’ambiente anche per questo. Normalizzare la situazione. I racconti sul controllo degli sfinteri, sono una risorsa preziosa per il bambino, in quanto lo aiutano ad avere consapevolezza del processo.

 

 

 

 

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