Ciuccio: favorevoli o contrari?

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Uno dei dubbi che assillano i genitori è il ciuccio. E’ giusto darlo? Sarebbe più corretto non darlo? e se si sceglie di darlo quale scegliere e come fare poi per levarglielo del tutto? 

 

Più parti sostengono che dopo il primo mese di vita, se gradito, è giusto dare il ciuccio anche per proteggerlo dal rischio di SIDS (http://www.epicentro.iss.it/problemi/sids/sids.asp).

Perché dopo il primo mese di vita? Secondo vari studi, infatti, l’uso del succhiotto può interferire con l’acquisizione della corretta modalità di suzione al seno ( (poiché la suzione del ciuccio è più simile a quella della tettarella del biberon) e può spingere il bambino ad attaccarsi di meno alla mammella, con conseguente riduzione della produzione di latte e della durata dell’allattamento.

Il ciuccio è consigliabile in tutte quelle situazioni in cui il bambino si trova in difficoltà, per esempio quando non riesce ad addormentarsi o in caso di coliche gassose. E’ una sorta di autoconsolazione quando la mamma non c’è, un modo per scaricare la tensione o il mezzo che fa sentire sicuro e protetto il piccolo. E’ sbagliato invece ricorrervi come ancora di salvezza anche quando lui non lo cerca oppure ogni volta che piange: in fondo anche lui in qualche modo deve pur esprimersi ed esprimere un suo fabbisogno non soddisfatto.

Per noi mamme, esasperate dal pianto inconsolabile del bambino è più semplice mettergli in bocca il ciuccio inconsapevoli spesso del fatto che il pianto del piccolo rappresenta l’unico mezzo che ha lui di dirci qualcosa. Quindi, mettergli in bocca il ciuccio non è il modo migliore di occuparci di nostro figlio perché significa impegnarci poco nel capire cosa vuole farci capire.

Da qui una serie di piccole cattive abitudini: il biberon di camomilla o di latte prima di andare a dormire, per terminare con il bambino nel lettone con mamma e papà.

Per raccontare la mia esperienza, Matteo non rinuncia al ciuccio, lo cerca sempre, sa che si trova dentro lo sterilizzatore e urla fin quando non viene accontentato e vivo, purtroppo, le cattive abitudini elencate prima: se non beve un biberon di latte non va a dormire e spesso non basta e lo prende tenendo in mano il ciuccio, così non appena finisce subito ciuccio in bocca e si addormenta (almeno spero); durante la notte si sveglia nel suo lettino e pretende di dormire nel lettone.

I pediatri concordano che gli svantaggi cominciano ad essere superiori ai benefici oltre i 10-12 mesi di età, specie se l’uso è intensivo. Il primo inconveniente è che il ciuccio potrebbe favorire l’insorgenza di otiti: il meccanismo non è ancora chiarito, ma si ipotizza che la suzione prolungata favorisca il reflusso di secrezioni nasofaringee all’interno della tuba di Eustachio.

Può causare disallineamenti dentali se l’uso viene prolungato oltre.

Per acquistarlo cliccare il link che segue

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__il-ciuccio-di-nina.php?pn=6567

Quale scegliere?

Vediamo come fare a destreggiarsi tra i tanti tipi di ciuccio in circolazione.

Il ciuccio in caucciù ha le caratteristiche di resistenza ai morsi e alle incisioni e viene percepito spesso dal bambino come morbido. Tuttavia il ciuccio in silicone, in seguito a lavaggi e sterilizzazioni, non si deforma e risulta più resistente. Inoltre il ciuccio in silicone non assorbe odori e sapori e soprattutto non provoca reazioni allergiche che possono essere a volte riscontrate rispetto al lattice dei ciucci in caucciù se non correttamente mantenuti.

Proprio per tutte queste caratteristiche, ciucci e tettarelle in silicone sono da preferire soprattutto nei primi mesi di vita, tra 0 e 6 mesi.

Per quanto riguarda la forma, gli specialisti consigliano in primis il ciuccio anatomico, cioè a forma di goccia, schiacciata e ricurva verso l’alto, disegnata per adattarsi meglio alla forma del palato del bambino, mentre quello a ciliegia, di forma rotonda somigliante al capezzolo della mamma, rischia, a lungo andare, di compromettere lo sviluppo del palato e delle arcate dentarie.

Quando togliere il ciuccio?

Clicca qui

Verso i tre anni, il bambino tende ad abbandonarlo spontaneamente da solo acquistando fiducia in se stesso, altri invece non ne vogliono sapere di abbandonare questo loro compagno di culla e non solo.

Sbagliato è toglierlo improvvisamente senza dare nessuna spiegazione come a dire si è smarrito: sarebbe un trauma per lui. Meglio un distacco graduale, cercare di limitare l’uso quando dorme o quando mamma è assente; distrarre il bambino con altre attività o fargli fare delle mansioni che con il ciuccio non potrebbe.

Non sgridarlo se continua a volerlo ma accontentarlo e sicuramente evitare di toglierlo nei momenti cruciali della sua vita quali possono essere l’inizio dell’asilo o la nascita di una fratellino o sorellina.

Ciuccio si ma usarlo con giudizio.

adesso voglio condividere con voi un video divertente che parla proprio di quest’argomento e la canzone piace tanto al mio piccolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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