I buoni litigi

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Dopo la fase dei “NO!” a due-tre anni è la volta degli “è mio!” e delle prime baruffe con gli amichetti. Fonte di ansia per mamma e papà, ma occasione di crescita per lui. Ecco cosa fare e cosa non fare.

Matteo ha rubato il secchiello a un bimbo, non fa entrare nessuno nella casetta. Altro che sdraio e abbronzatura: la vita in spiaggia è un continuo “pronto intervento risoluzione conflitti”.

Ma è davvero necessario convincere Matteo a giocare con gli altri o metterlo in castigo (oggi, niente gelato)?

Serve spiegare i principi della proprietà o magari promettergli un secchiello più bello?  Il litigio infantile rappresenta per i genitori e per gli adulti in genere, un forte “tabù”, spiega Daniele Novara, pedagogista, direttore del Centro psicologico per l’educazione e la gestione dei conflitti a Piacenza e autore di “Urlare non serve a nulla” e “Litigare fa bene”  edito da Rizzoli.

Questi due testi, particolarmente interessanti, sono facilmente reperibili sul sito “giardino dei Libri”, dove potete acquistarli cliccando sui seguenti link

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__urlare-non-serve-a-nulla-libro.php?pn=6567

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__litigare-fa-bene-novara.php?pn=6567

Accade questo percheè si tende a sovrapporre litigiosità e violenza, sicuri che da un litigio possa scaturire maggiore aggressività. Non è così. fino a 6 anni d’età, il litigio tra bambini non ha intenzioni eliminatorie. Non c’è alcuna volontà di far del male agli altri. Si tratta di desiderio di affermazione. Cosa possiamo fare?

Certo, se nostro figlio/a porta via un giocattolo, inizia a mordere e a tirare i capelli, sono tutti gesti di prepotenza. A questo punto ci chiediamo se non sarebbe meglio insegnare ai più piccoli che è giusto condividere il giocattolo ed eliminare queste situazioni di conflitto?

Spiega daniele Novara che”non sono i genitori a dover trovare le soluzioni ai momenti di scontro”. i bambini possono farlo da soli; si stancano facilmente di un gioco e ne trovano subito un altro. Se, invece, uno dei genitori interviene dando dell’egoista al compagnetto, si interrompe un meccanismo, con il risultato che entrambi i contendenti vengono indeboliti dal punto di vista della crescita psicologica e sociale.

Se notiamo che tra i piccoli volano insulti? In questo caso, i bimbi piccoli non conoscono il senso delle parole dette; le ripetono ma non sanno cosa vogliono dire. Si potrebbe, quindi, far finta di nulla. inoltre, le parole servono a litigare senza arrivare alle mani, e, dunque, senza farsi male”.

Lasciamo i bambini liberi di sbrigarsela da soli; loro sono capaci di negoziare e di mettersi d’accordo in modo spontaneo, si organizzano tra di loro.

 

 

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