Quando a casa è tuo figlio a comandare……..

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Come dobbiamo comportarci se i nostri bimbi sono tiranni?

Prepotenti, dispotici, arroganti. Sono i bambini tiranni, abituati a sfidare gli adulti e ad averla vinta sempre loro. La causa è quasi sempre un modello educativo sbagliato, che non tiene conto dell’esigenza primaria di un bimbo: avere delle regole. Ecco cosa fare se il bambino è un piccolo tiranno.

Piagnucola e non è mai contento. Fa scene “da prima donna in pubblico” se non ottiene quello che vuole. Non solo non è mai grato, ma non sembra mai felice e brontola per tutto. Che cosa fare per “sviziare” un bimbo che fa i capricci in continuazione?

Scenate al supermercato, dal medico, al ristorante o semplicemente quando viene ripreso. Non solo, il bimbo non sembra mai contento anche se “ha tutto” e sembra dare tutto per scontato con fare annoiato.

Questo avviene quando in famiglia non vengono poste delle regole bene precise, alla base di tutto ci stanno sempre le care e vecchie regole c’ è poco da fare.

Quindi il bambino decide, i genitori eseguono e, a lungo andare, da figure di riferimento principali si trasformeranno in veri e propri maggiordomi. Esaudire i desideri del figlio è sicuramente compito di papà e mamma, va però capito in che modo questi bisogni vadano soddisfatti. Se è questa l’idea che vi siete fatta per avere figli felici, beh, siete fuori strada.

Mio figlio Matteo, nonostante abbia ancora 2 anni e mezzo, ha il suo bel caratterino un po’ prepotente e veste benissimo i panni del più piccolo della casa cui molto viene concesso, spesso perché non ce la facciamo proprio a sentirlo lamentare, ma di certo anche noi abbiamo contribuito a consolidare questo suo atteggiamento.

Voglio che si senta apprezzato amato, che tenga sotto controllo rabbia ed aggressività ma il rischio di esagerare è dietro l’angolo.

Mi rendo conto, a volte come uno sprazzo di improvvisa lucidità, che sta crescendo e che cose che solo fino a qualche settimana fa richiedevano il mio aiuto oggi può farle tranquillamente da solo. Di certo favorire la sua indipendenza e autonomia è importante e mi impegno in questo, ma ciò non toglie che si debba fare ancora molto per aiutarlo ad esercitare la pazienza e gestire la frustrazione di non veder soddisfatti immediatamente i suoi bisogni.

Scopro, comunque, di non essere sola. Molti genitori si sentono quasi comandati dai figli: appena il bambino indica qualcosa o fa un mugugno subito ecco il papà o la mamma che gli danno ciò che vuole e guai a dire di no perché scattano subito urla e capricci insopportabili.

Perchè lo facciamo?

Credo che sia un pensiero comune il fatto di accontentare i nostri bimbi per evitare simili atteggiamenti per avere un attimo di tranquillità.

Magari ci sentiamo in colpa perché lavoriamo tanto e non stiamo con lui quanto vorremmo (o quanto riteniamo giusto) e vogliamo che il tempo che trascorriamo insieme sia più divertente e sereno possibile, desideriamo trasmettergli la certezza che noi ci siamo e può contare su di noi, ma in realtà nei momenti di raziocinio non possiamo non comprendere che questo approccio non fa bene né a nostro figlio né a noi.

Quali sono i rischi?

Il bambino  crede che il mondo giri intorno a lui e che può avere il controllo su ogni situazione.  Impara a dipendere da noi e le richieste aumentano sempre di più perché è un bambino ed è nella sua natura saggiare i confini e i limiti.

Il punto è che dire sempre di sì ed essere presenti h24 non fa affatto bene al bambino, ma anzi lo destabilizza, facendo perdere alla figura genitoriale autorevolezza e rispetto.

 Il bambino si affida ai genitori per sapere cosa è giusto e cosa non lo è, cosa si debba fare e cosa no. Ovviamente lui fa il bambino e prova a spostare l’asticella dei limiti a ciò che è consentito sempre più in là e oltre i limiti della nostra pazienza.

In realtà, i nostri bimbi non vogliono fare il capo – anche se nei fatti può sembrare il contrario –  vuole solo cercare attenzione, provare a far valere sé stesso e la sua identità aldilà della figura del genitore, ma la responsabilità finale del comando non può e non deve spettare a lui.

Insomma mio figlio conta su di me e si affida a me che sono ai suoi occhi una figura competente esperta e responsabile. Ci prova in tutti i modi a fare il capo e lo diverte anche, ma in realtà si sentirà meglio se gli dimostriamo che comandiamo noi.

La verità che i bambini ci mettono continuamente alla prova, provocano e vogliono capire fin dove possono spingersi; è anche un modo per scoprire il mondo che li circonda e capire di chi possono fidarsi.

Gli esperti consigliano di porre un freno sin da quando sono piccoli perché quando crescono le cose possono diventare ancora più complicate. Il bambino utilizzerà lo strumento della parola per fare una discussione su qualsiasi cosa e fare continue contestazioni e promuovere la sua causa e improvvisamente, un bel giorno, rischiamo di guardare nostro figlio e scoprire che il simpatico angioletto un po’ prepotente si è trasformato in un ragazzino arrogante ed esigente.

Consigli pratici per smettere di farci comandare

Capito il problema, troviamo la soluzione!

Il primo suggerimento è chiedersi: “come mai mio figlio si comporta in questo modo? Ho sbagliato in qualcosa?” la prima cosa che un genitore dovrebbe fare è sicuramente una bella autoanalisi.

Se “io” in quanto madre e padre urlo e chiedo le cose pretendendole, non posso certo meravigliarmi se mio figlio assume lo stesso atteggiamento nei miei confronti e con gli altri adulti e coetanei.

 

  • Crediamo in noi stessi: siamo i genitori e siamo abbastanza competenti per poter indirizzare nostro figlio e rispondere in modo appropriato alle sue richieste. Ascoltiamo, valutiamo e rispondiamo nel modo giusto in base alla nostra esperienza di adulti;
  • diamo delle alternative quando vuole fare per forza qualcosa che noi non riteniamo giusto. In questo modo confermiamo al bambino che lo ascoltiamo, ma gli ricordano anche chi è il responsabile e chi deve scegliere;
  • restiamo sereni e coerenti in questo comportamento e manteniamolo nel tempo, anche se all’inizio potrà non essere facile;
  • non diamogli tutto ciò che vuole, diciamo qualche no: più si dà e meno lui saprà apprezzare ciò che ha e vorrà sempre di più;
  • non dobbiamo temere di risultare impopolari o che nostro figlio non ci voglia più bene, in realtà tutti i bambini apprezzano limiti e confini sicuri;
  • non consentiamo mai che ci manchi di rispetto.

 

Osservando meglio il comportamento di questi bambini possiamo notare che alla base ci sia un disagio da non sottovalutare. I genitori di oggi oltre al bene per il proprio figlio desiderano anche troppo.

Il bambino tiranno diventa dispotico, arrogante e sfida l’adulto con una certa naturalezza perché non ha di fronte un modello educativo serio ed equilibrato. Non si chiede ai genitori di diventare pedagogisti o psicologi infantili, ma rivedere il proprio modo di educare questo sì.

Tale atteggiamento da generale va a ripercuotersi non soltanto in famiglia, ma anche nel gruppo di pari e con altri adulti, come gli insegnanti per esempio. La differenza sostanziale è che mentre in casa i genitori pur di far smettere questa tirannia assecondando le varie richieste, a scuola o in altri luoghi i desideri del bambino non sempre si possono esaudire portando un peggioramento con urla o insulti non indifferente.

 

 

 

 

 

 

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