Mai più soli in auto: tutte le app che possono aiutare
Le cronache riportano casi di genitori che, al culmine dello stress e della stanchezza, pensano di aver compiuto tutte le azioni abituali e invece “dimenticano” il bimbo nel veicolo. Eppure, oggi ci sono ausili tecnologici, sia pure non obbligatori, che potrebbero venirci in aiuto.
Tutte le app che possono aiutarti
Non garantiscono la sicurezza al 100%, come specificato nelle precauzioni d’uso, ma possono dare un po’ di tranquillità in più. In attesa di dotarsi di un dispositivo specifico. Eccone alcune, tutte gratuite.
- Waze. Navigatore “social”, Waze è un app. di Google scaricabile sia su Iphone che su telefoni Android. Ha la funzione “Promemoria bimbo in auto” che, attraverso una notifica sonora, ricorda al guidatore di controllare l’abitacolo una volta giunti a destinazione.
- Infant Reminder. Tra le prime ad uscire e ideata da un informatico italiano, questa app risale al 2013 ed è scaricabile con con Google Play, sistema Android. Prima di iniziare il percorso, bisogna aprire l’applicazione e inserire un indirizzo di destinazione. Lancia SMS e mail di promemoria a indirizzi memorizzati, e allarmi sonori e visivi durante il tragitto e all’arrivo.
- Kars4Kids Safety. E’ un’applicazione del 2015, scaricabile solo con Google Play, sistema Android. L’app si sincronizza con il bluetooth dell’auto e fa suonare un allarme quando si lascia l’auto, ricordando di prendere il bambino. Può essere personalizzata con una foto del bebè e inserendo anche una suoneria dedicata.
- Ricorda il Bimbo. Un’app per Iphone che utilizza la geolocalizzazione per capire quando si è arrivati in prossimità del luogo di lavoro. Basta inserire il nome del bambino e l’indirizzo del proprio ufficio. L’app manda una notifica personalizzata.
Sarebbe utile, inoltre, mettere uno screensaver sul computer dell’ufficio con un messaggio che serve a ricordare che il bambino può essere ancora in auto.
L’argomento è ormai entrato nella scaletta di molti corsi dedicati alla prevenzione degli incidenti in età pediatrica. E’ importante parlare di questo rischio e sensibilizzare gli adulti.
In fondo, molti pensano che a loro non potrebbe mai capitare.
E invece non escludere che possa succedere è il primo passo per evitarlo.