BLSD nel lattante

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Con questo articolo si conclude la spiegazione relativamente alle tecniche di rianimazione base rivolte ai laici.

Parliamo di BLSD nel lattante.

Per lattante si intende un individuo di età compresa tra 1 mese e 12 mesi.

Le tecniche di rianimazione cardiopolmonare sono simili a quelle praticate sul bambino, con alcune differenze sulle quali ci soffermeremo. Le tecniche di rianimazione cardiopolmonare sono simili a quelle praticate sull’adulto e, soprattutto sul bambino, perciò in questo articolo ci soffermeremo solo sugli aspetti
differenti delle stesse. Anche per i lattanti sono valide le considerazioni in merito all’arresto cardiaco, con conseguente enfasi sul sostegno alla respirazione, già fatte per i bambini e quindi anche per loro vale la catena
della sopravvivenza pediatrica vista nell’articolo precedente.

Per quanto riguarda l’intervento di soccorso è bene precisare che le procedure per la valutazione ambientale, definite con l’acronimo “SET UP”, sono le stesse indipendentemente se l’infortunato è adulto, bambino o lattante. La vostra incolumità viene prima di tutto!
Per quanto riguarda le protezioni individuali, l’utilizzo di un foglio-barriera diventa molto importante nel caso dei lattanti, per proteggerli il più possibile da contagi pericolosi; ricordate che i bimbi fino a sei mesi di età non hanno fatto ancora alcuna vaccinazione.

Valutazione primaria

Valutata la situazione ambientale e stabilita la sicurezza dell’intervento, potete avvicinarvi per la valutazione primaria del lattante. Come per i casi precedenti dovete usare stimoli tattilivocali, adattandoli però alla situazione di un piccolo che non capisce cosa dite. Prendete un suo piede e scuotetelo mentre lo chiamate per nome (se lo conoscete) ad alta voce. Se non risponde, per valutare la respirazione guardate se si muove il torace, anche alzando i vestitini, senza farvi fuorviare nel giudizio dal “gasping” o respiro agonico, che non può essere considerato respirazione naturale.

Se il lattante non respira o boccheggia dovete richiedere a voce alta l’aiuto dei presenti, anche se non sono in vista. Come nel caso dei bambini è importante iniziare subito le tecniche di rianimazione cardiopolmonare, quindi è meglio che sia qualcun altro a chiamare il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica, anche se è vostro compito verificare che la chiamata sia stata fatta. Se nessuno interviene per aiutarvi dovrete effettuare voi la
chiamata, ma fatela solo dopo avere praticato la rianimazione cardiopolmonare per almeno due minuti.

Rianimazione cardiopolmonare

Le attuali tecniche di rianimazione cardiopolmonare (linee guida ILCOR 2010) prevedono per il soccorritore laico non professionale la procedura “CAB” anche nel caso del BLS pediatrico su lattanti. Valgono anche in questo contesto le considerazioni aggiuntive espresse nel capitolo 3, paragrafo “rianimazione cardiopolmonare”. Approfondiamo quindi le differenze con quello del bambino.

C.1 – Disponete il piccolo infortunato in posizione supina e con il torace scoperto su una superficie piana e rigida, meglio se alta da terra in modo che possiate operare più facilmente (ideale potrebbe essere un fasciatoio non imbottito). Nel caso sospettiate un trauma vertebrale ponete particolare attenzione a bloccare testa, collo e colonna come fossero un solo elemento. Questa raccomandazione è sempre valida per i neonati, infatti solo alla fine del terzo mese il lattante riesce a tenere autonomamente il capo eretto.

C.2 – Appoggiate la punta del dito medio e quella dell’anulare della vostra mano più vicina ai piedi del lattante al centro del suo torace, con la punta del dito medio sulla linea intermammilare, cioè la linea che unisce i due
capezzoli.

C.3 – Comprimete il torace del piccolo infortunato con forza e rapidamente. Il torace si deve abbassare di almeno un terzo del suo diametro antero-posteriore (in genere circa 4 centimetri).

C.4 – Senza staccare le dita dal torace attendete la retroazione completa della gabbia toracica del piccolo infortunato.

C.5 – Eseguite la serie di 30 compressioni come descritte nei precedenti passi C.3 e C.4, al ritmo di almeno 100 compressioni al minuto.

 

Dopo le 30 compressioni potete passare alla fase “A”, l’apertura delle vie aeree. A differenza dell’adulto e del bambino non dovete utilizzare la manovra di iperestensione della testa; infatti nel lattante la trachea non è ancora sufficientemente rigida e questa manovra potrebbe schiacciarla.

A.1 – Ponete la mano del braccio più vicino alla testa del giovane infortunato sulla sua fronte esercitando una leggera pressione. Nel frattempo posate il dito indice dell’altra mano sotto il suo mento e spingetelo leggermente in alto.

A.2 – La contemporaneità delle due azioni (pressione sulla fronte e sollevamento del mento), produrrà una leggera rotazione del capo, che dovete fermare quando esso è allineato con l’asse del corpo. Questa posizione e il
leggero spostamento della mandibola verso l’alto ripristinano la pervietà delle vie aeree del lattante.

Potete quindi passare alla fase “B” della rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione artificiale.
La tecnica della respirazione bocca a bocca è uguale a quella vista nel caso del bambino, invece può accadere che con i più piccoli convenga effettuare la respirazione bocca a bocca-naso.

B.1 – Con l’azione delle vostre mani tenete sempre la testa del piccolo infortunato estesa e il suo mento sollevato leggermente verso l’alto.

B.2 – Inspirate normalmente e trattenete l’aria mentre ponete la vostra bocca a coprire bocca e naso del lattante, facendo aderire perfettamente le vostre labbra al suo viso. Insufflate controllando che il suo torace
si sollevi e si riabbassi in seguito alla espirazione naturale. Ogni insufflazione dovrebbe durare circa 1 secondo.

B.3 – Se il torace si è sollevato e riabbassato potete iniziare una seconda insufflazione. Se il torace non si è sollevato, ripetete la manovra di apertura delle vie aeree prima di provare a insufflare di nuovo. In entrambi i casi dopo la seconda insufflazione o il secondo tentativo ricominciate il ciclo dal punto “C.2”.

Anche per il lattante il corretto rapporto fra compressioni e ventilazioni è 30:2. Se avete problemi a eseguire le insufflazioni potete effettuare anche le sole compressioni. Tenete però presente che, come per i bambini, nel caso dei lattanti il supporto alla respirazione è molto importante. Continuate a ripetere il ciclo 30:2 fino a uno dei seguenti eventi:

1. ripresa della respirazione spontanea normale da parte del giovane infortunato;
2. dopo avere eseguito la RCP per 2 minuti è disponibile un defibrillatore semiautomatico esterno;
3. pericolo imminente per la vostra persona;
4. sostituzione da parte di un altro soccorritore;
5. arrivo dei soccorsi avanzati;
6. esaurimento delle vostre forze.

Manovre di disostruzione delle vie aeree

Il rischio di ostruzione delle vie aeree è elevato anche per i lattanti. Non è un caso che il periodo di vita da 0 a 1 anno (e oltre) sia definito “fase orale”: l’interesse del piccolo è polarizzato verso il nutrimento e prova le maggiori sensazioni di piacere nel succhiare, cosicché la bocca diventa l’organo sensitivo per eccellenza. Nel periodo della dentizione, poi, il fastidio provocato dall’eruzione dei dentini viene in parte alleviato mordendo o succhiando ogni cosa. È bene evidenziare ancora una volta come la massima cura debba essere posta nella prevenzione di questi eventi.
Purtroppo non è possibile evitare che un lattante metta in bocca gli oggetti; per questo la prevenzione, che si effettua semplicemente non perdendolo d’occhio, evita che possa mettere in atto comportamenti a rischio.

Se il lattante è cosciente e l’ostruzione delle vie aeree è parziale, egli sarà ancora in grado di respirare e ve ne accorgerete dal fatto che piange e tossisce. Non dovete fare altro che lasciarlo tossire, per espellere il colpo estraneo. Se la situazione persiste o le condizioni del piccolo infortunato sembrano peggiorare allertate il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica. Non provate a rimuovere il corpo estraneo mettendo un dito in gola al lattante, probabilmente il solo effetto che otterreste è quello di spingere il corpo ancora più in profondità e danneggiare le sue delicate mucose.

Se l’ostruzione è totale il piccolo infortunato non riesce a piangere e può diventare cianotico per la mancanza di ossigeno. Bisogna agire rapidamente. Con un lattante non si deve utilizzare la manovra di Heimlich, ma un sistema diverso. Prendete il lattante su un braccio, in posizione prona, con la mano verso il suo viso. Con le dita di questa mano bloccate la mandibola, senza agire sulle parti molli della gola. Sedetevi e appoggiate il braccio sulla vostra gamba, in modo che il neonato abbia il viso rivolto verso terra e il capo più in basso del torace. Con il palmo della mano libera date cinque colpi fra le scapole del lattante, in direzione inclinata e con via di fuga laterale (per non colpire la delicata nuca del piccolo).Se il corpo estraneo non è uscito passate il bambino sull’altro braccio, sempre mantenendo ferma la testa con le dita. Poggiate il braccio sulla gamba ed eseguite cinque compressioni toraciche, come descritto nel precedente paragrafo ai punti C.2, C.3 e C.4.

Se il lattante con l’ostruzione delle vie aeree perde coscienza chiedete aiuto e fate allertare immediatamente il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica. Nel caso nessuno risponda alla vostra richiesta di aiuto, prima di effettuare voi stessi la chiamata praticate due minuti di rianimazione cardiopolmonare. Tuttavia dopo le prime 30 compressioni e prima delle due insufflazioni controllate se il corpo estraneo sia ben visibile nella
bocca ed eventualmente rimuovetelo. Dopo i due minuti di rianimazione cardiopolmonare potete chiamare il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica e riprendere le compressioni e le ventilazioni.

Un lattante che non si è liberato dell’ostruzione autonomamente, ma grazie alla manovre di disostruzione, necessita sempre di un controllo medico.

 

Per finire vorrei condividere con voi un video che spiega benissimo queste manovre

 

Spero che questi articoli siano stati chiari. Consiglio di integrare questa lettura ad un corso pratico per voi sicuramente più esauriente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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